Il Sindaco sulla centrale a biomasse

No allarmismo. Richiesta verifica a Renovo e attivati contatti con responsabile progetto IBIONET

Si pubblica la seguente comunicazione dell'amministrazione, contenente dichiariazioni del Sindaco, relativa al progetto di realizzazione di una centrale a biomasse nel PIP di Petrona:

Una fotografia dello stato di salute dell'aria, prima dell'inizio dell'attività, in modo tale da poter confrontare successivamente i dati al momento in cui la produzione sarà a regime attraverso gli enti preposti. Questa la prescrizione che il comune di Scarperia e San Piero chiederà alla Renovo, la ditta che intende realizzare l’impianto a biomasse nel Piano Insediamenti Produttivi di Petrona.  "Una richiesta che ci permetterà di confrontare le due situazioni, e che rappresenterà un altro elemento oggettivo, oltre alle analisi che gli enti proposti al controllo effettueranno sul funzionamento dell'impianto proposto". Così il Sindaco di Scarperia e San Piero.
Alcuni cittadini del Comune sono però preoccupati. "Vorrei dire innanzitutto - continua il primo cittadino - che un conto è la sensazione e la percezione del rischio, un conto è il rapporto con la realtà dei fatti. Capisco perfettamente lo stato d'animo della gente, che incontro quotidianamente, e dico: l’agire di ognuno dei componenti della Giunta, insieme alle scelte che abbiamo adottato, rappresentano una risposta. Non solo, aggiungo che eravamo tranquilli prima, siamo tranquilli adesso, lo saremo dopo. L'impianto a biomasse è un'attività produttiva come le altre, soggiace ad autorizzazioni e controlli effettuati dagli enti a ciò delegati, organismi tecnico scientifici nei quali riponiamo massima fiducia e ci atterremo, come abbiamo sempre fatto, alle prescrizioni che verranno indicate e che rispetteremo nella loro interezza".
Il Sindaco, inoltre, evidenzia una recente nota di Arpat Toscana che ha reso noto i risultati di uno studio sull'ambiente effettuato in Emilia Romagna dai colleghi di Arpa Emilia. E', infatti, emerso che "circa il 21% delle famiglie in Emilia-Romagna ricorre in modo sistematico o saltuario all'utilizzo di legna come fonte di riscaldamento". Un comportamento, secondo Arpa Emilia, che comporta conseguenze impattanti sulla salubrità dell'aria. ...La combustione della legna in caminetti o stufe, che a differenza di impianti industriali non presentano sistemi di abbattimento degli inquinanti, rappresenta una fonte rilevante di emissioni di polveri sottili e composti indesiderati..... Considerando l’entità delle emissioni connesse alla combustione domestica della legna, che nel periodo invernale possono costituire oltre il 60% delle emissioni  primarie complessive di polveri sottili, non vi è dubbio che appare necessario definire azioni specifiche per limitarne l’impatto sulla qualità dell’aria......".
La ricerca, considerando impossibile il limitare l'uso della legna, evidenzia come necessarie adottare soluzioni  "....che accompagnino le abitudini dei cittadini verso forme più efficienti di combustione (camini chiusi, stufe a pellets o ad alta efficienza, ecc.)."... così da mantenere ".......gli attuali equilibri socio-economici, conservare un significativo messaggio sociale e culturale e nel contempo attivare un percorso di riduzione dell’80-90% delle emissioni determinate dall’utilizzo della legna, e quindi risultare più significative cogliendo da una parte gli obiettivi del protocollo di Kyoto e dall’altra il miglioramento della qualità dell’aria".
Per continuare a monitorare la situazione, l'assessore all'ambiente ha preso contatti con il prof. Claudio Fagarazzi, ricercatore presso il Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali dell’Università degli Studi di Firenze, responsabile del progetto iBionet, osservatorio internazionale per le biomasse.